Autore

Alberto Guggino

di Giorgio Parena

Avendo svolto letture e riflessioni sulla specifico tema del paesaggio, mi pare interessante porre alcune questioni che ritengo abbastanza dirimenti per una rivista come la nostra.

Partiamo innanzitutto da una definizione di paesaggio come lettura estetica della natura. La prima questione che mi viene da porre è la seguente: sono conciliabili finalità estetiche ed economiche? L’industria del turismo può ad esempio prevedere istanze di trasformazione in contrasto con l’esigenza di conservazione del patrimonio? L’estetica della residenzialità può esprimere esigenze che contrastano con logiche economiche ad alto impatto.

Una seconda batteria di domande si lega alla precedente definizione di paesaggio: possiamo chiederci se questo sia esclusivamente il prodotto dell’azione umana sulla natura o se la natura crei il paesaggio indipendentemente dall’uomo. E di seguito, dobbiamo considerare il paesaggio l’insieme di particolari percepiti singolarmente (nuvole, alberi, prati, colline, case…) o il frutto di una totalità unitaria, che ingloba e segna i particolari? E’ convincente la posizione “estetica” che possiamo far risalire a Gombrich, secondo cui noi vediamo nel paesaggio (nella natura letta esteticamente) ciò che sappiamo, più che imparare a conoscere ciò che vediamo?

Il paesaggio può essere considerato il principale prodotto identitario di una comunità locale: la cura, la salvaguardia e la fruizione di questo bene rappresentano competenze e prerogative di tale comunità, la cui azione dovrebbe essere finalizzata a riconoscerne il carattere ed a rivitalizzarne i tratti pertinenti e la memoria. E’ realistico leggere la comunità locale alla luce di una possibile contraddizione tra la componente produttiva, per lo più autoctona, dedita prevalentemente all’agricoltura (e dunque portata a leggere la natura in un’ottica economicistica) e la componente residenziale, spesso costituita da outsiders, che tende a concepire il paesaggio in termini “estetici” ed aspira ad una sua valorizzazione localistica?

Sono questioni solo apparentemente di lana caprina, che implicano nella realtà su possibili scelte di sviluppo ed evoluzione del nostro territorio.